

I luoghi del romanzo

Il taxi scassato dell’arabo ci mise due ore per percorrere i 60 chilometri da Lydda fino a Gerusalemme, passando attraverso tre posti di blocco, prima di arrivare all’ingresso della città presidiato da barriere di cemento

L’albergo, una struttura in stile vagamente classico affacciata su uno slargo, era stato restaurato da poco per ripristinarne la funzione originaria dopo che durante la guerra gli australiani ci avevano impiantato il loro Circolo Ufficiali adattandolo alle loro esigenze.

Anche Zion Square era in realtà uno slargo alla confluenza di quattro strade ed a ciascuno degli angoli c’era un caffè. Uno di quelli era il Caffè Vienna, quello del suo appuntamento.
C’era anche un cinema, Zion Hall, una costruzione a tre piani con un vistoso cartellone che annunciava un film americano, Avventurieri dell’aria con un attore, Cary Grant, che Stocker non conosceva.

...raggiunse il Caffè Vienna con un quarto d’ora di anticipo, cercò un tavolo appartato e dette un’occhiata alla lista. Tra i dolci c’era la Sachertorte, una cosa impensabile, non si sarebbe mai aspettato di trovarla in Palestina.
Sbirciò il tavolo vicino dove un avventore ne aveva ordinata una e decise di provarla, forse ne valeva la pena. Ordinò torta e caffè e dette un’occhiata intorno incuriosito. In effetti, lo stile del caffè, l’arredamento e l’atmosfera richiamavano lo stile viennese, come suggeriva il nome del locale, e si chiese come fosse possibile trovare un luogo del genere a Gerusalemme.
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“In fondo a questa strada c’è la Porta di Jaffa,” gli spiegò Omar indicandogli la direzione, “appena entri nella città vecchia, sulla sinistra c’è il negozio di un fotografo. Là chiedi di Awad e dì che ti manda Omar, ti farà una foto e domani qualcuno lascerà al tuo albergo una busta con il visto per l’Austria a tuo nome.”ì dall’albergo alle 10 e dopo aver compiuto un lungo giro per assicurarsi di non essere pedinato raggiunse il Caffè Vienna con un quarto d’ora di anticipo, cercò un tavolo appartato e dette un’occhiata alla lista.

“Dopo la capitolazione,” continuò assaggiando la torta e sorseggiando il caffè, “sono tornato a Gerusalemme dove era rimasto ancora qualcuno della Colonia Germanica.”
“Colonia Germanica?”, chiese Stocker stupito, “In Palestina?”
“Ti sorprende?”, gli ribatté l’altro, “La mia famiglia appartiene a una setta protestante, la Società del Tempio di Hoffman arrivata in Palestina alla metà dell‘800. Hanno fondato delle Colonie Germaniche a Gerusalemme e in altre località.”

. Si parlava di un attentato compiuto in Palestina da una delle organizzazioni terroristiche ebraiche, l’Irgun. Il bersaglio era stato il King David Hotel di Gerusalemme sede dell’Autorità britannica per il Mandato in Palestina.
“Le foto sono impressionanti,” fece Radovan guardando il giornale, “un’ala è completamente sventrata.”
“96 morti e 45 feriti…”, commentò Yosef, “A guardare le foto avrei detto almeno il doppio.”

“Dopo la guerra ti sei iscritta all’università e hai seguito un corso di archeologia cristiana, poi sei stata indirizzata dal tuo professore a uno dei massimi esperti del settore, Camillo Bellarmino il fondatore dello Studium Biblicum Francescanus, e sei andata a Gerusalemme per approfondire gli sudi sul campo con un visto di viaggio della Santa Sede.”
“Sei sicura che in quell’Istituto accettino anche le donne?”, chiese Olga che si stava facendo un quadro della situazione.