Nazi Gold

Il Racconto

Intanto Morgenthau era arrivato a un’altra conclusione ed esplose, furibondo sbattendo sulla scrivania un pugno con tale violenza far volare il foglio,

“E quel qualcosa che arriva dai campi di concentramento è l’oro che depredano alle loro vittime, gli ebrei!”  Non riusciva a dominare la sua rabbia,

“È questo che fanno i figli di puttana, depredano gli ebrei per finanziare la loro guerra con l’aiuto degli svizzeri che ci lucrano sopra!”, aggiunse sempre più fuori di sé, ormai aveva perduto il suo autocontrollo. “Li spogliano di tutto quello che gli è rimasto addosso…, orologi, fedi nuziali, occhiali, gioielli, portasigarette, tutto.”

La Storia

Il commercio di materie prime

Il III Reich acquistava minerale di ferro e metalli speciali come rame, alluminio platino, piombo, antimonio, cromo e manganese, da paesi come la Svezia, Spagna, Turchia e Portogallo. Il controvalore doveva essere versato in lingotti d’oro con il marchio della Reichsbank. All’inizio della Seconda guerra mondiale le riserve auree della Reichsbank erano praticamente esaurite. Con l’invasione di Cecoslovacchia, Polonia, Olanda, Belgio e Francia il III Reich si era procurato nuove riserve, ma la gran parte era stata trasportata al sicuro dai Governi in esilio.

Il saccheggio dei beni delle vittime

Quando anche queste furono esaurite, il III Reich fece ricorso al sistematico saccheggio dei beni e dei preziosi degli ebrei trasportati nei campi di concentramento. L’oro sottratto, perfino le protesi dentarie delle vittime era acquistato direttamente dalla Reichsbank e il controvalore in valuta e titoli finiva direttamente su un conto corrente delle SS intestato a un fittizio Max Heiliger. Il nome Heiliger era in realtà un cinico gioco di parole perché il suo significato letterale è Santo.

L’oro era poi inviato ad una fonderia, la Degussa tutt’oggi esistente e leader nel commercio di metalli preziosi, e trasformato in lingotti. Non era però utilizzabile per le transazioni commerciali con i paesi fornitori perché la sua provenienza era furtiva. Occorreva quindi riciclarlo e a questo veniva effettuato con diverse modalità anche e soprattutto attraverso canali svizzeri.

L’entità del saccheggio

… Questo rapporto indica i seguenti sequestri:

151.560.000 $ in oro,

6.000.000.000 $ in marchi d’oro

3.888.948 $ in monete e valori

11.408.489 $ in altre valute estere

Tratto da; Mission: Alpine Redoubt di Alexander Molnar Jr

La testimonianza a Norimberga

Walther Funk, presidente della Reichsbank, dichiarò che la Svizzera fu uno dei pochi paesi neutrali disposti ad acquistare oro saccheggiato:

“… Gli altri paesi con cui avevamo ancora rapporti commerciali hanno introdotto embarghi sull’oro. La Svezia si rifiutò del tutto di accettare l’oro. Solo in Svizzera potremmo ancora fare affari cambiando l’oro con valuta estera».

Testimonianza di Walther Funk, presidente della Reichsbank sul banco dei testimoni al processo di Norimberga, 6 maggio 1946, Tribunale militare internazionale, vol. 13, 162.

Tratto da; Vincent, IHitler’s Silent PartnersSwiss Banks, Nazi Gold, And The Pursuit Of Justice. Alfred A Knopf, Canada