Il Racconto
Ernst Kaltenbrunner, capo del temuto Ufficio per la Sicurezza delle SS era seduto nel suo ufficio, nella palazzina dove aveva stabilito il suo comando, nell’elegante sobborgo berlinese di Wannsee. Sul tavolo un fascicolo e sulla copertina due scritte stampate in caratteri gotici, SEGRETO e il titolo: OPERAZIONE HACKE.
L’ordine perentorio che aveva ricevuto era stato chiaro, “L’Operazione HACKE sarà il Quarto Reich! E lei deve garantire che tutto si svolga secondo il piano.” Era un ordine che non ammetteva errori e proveniva direttamente da Martin Bormann, l’eminenza grigia del partito, al centro di tutte le più oscure trame del Reich e fedele esecutore della volontà del suo Führer cui era devotamente legato.
La storia di HACKE
Alla fine del 1943, il capo del partito nazista Martin Bormann prevedendo l’imminente sconfitta del Terzo Reich ha iniziato a costruire un’organizzazione segreta nazista all’oscuro di Hitler e ad altri leader nazisti.
Questa organizzazione è diventata nota con la parola in codice HACKE
Il suo obiettivo era quello di esercitare un’influenza clandestina sugli affari del Terzo Reich e preparare le basi per la continuazione dell’attività dopo la sconfitta.
Entro la fine del 1944, mezzo milione di dollari di bottino proveniente dai campi di concentramento era trasferito all’estero ed erano state costituite basi clandestine in Spagna, Portogallo, Argentina, Giappone e Italia.
Tratto dal: Utilizzo di Heinz Felf da parte del KGB, Rapporto CIA desegretato nel 2005
L’ex spia Heinz Felfe (al centro)
Heinz Felfe, ex dipendente del Bundesnachrichtendienst tedesco (il Federal Intelligence Service), infiltrato come doppiogiochista dall’Unione Sovietica, con i redattori di Der Spiegel Ulrich Schwarz e Wolfgang Malanowski (a destra)
I servizi sovietici durante la guerra hanno infiltrato HACKE utilizzandolo a loro vantaggio per ricattare molti importanti esponenti nazisti
(foto di Mehner/ullstein bild via Getty Immagini)
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L'oro degli Ebrei 